Ieri sera, dopo una lunga e bella giornata, ero piuttosto stanco ed avrei potuto dormire, ma cazzo non si può andare dormire alle 8! (ma perché? dice la vocina) così sono uscito in queste belle serate Iquiteñe, pensando di andare al lungo fiume così bello così dolce così carino così tranquillo, e lì potrò mangiare qualcosa di leggero, c’è di tutto: vegetariano, vegano, dieta speciale per l’Ayahuasca, oltre tutti i tipi di bistecche, pizze e specialità di mezzo mondo, e lì magari incontrare qualche altr@ turista e fare due chiacchiere, dopo un lungo giorno di silenzio…
ma no lungo il cammino ricordo che sulla strada principale a due isolati da lì c’è il pollo alla brace, e che con lo stesso prezzo di una meravigliosa Cauza (sformato di Patate, basilico ed altre erbe peruviano, così delicato… però “poco”) mi potevo mangiare un quarto di pollo con una montagna di chips; e così mi butto nel traffico, fra centinaia di moto riksciò rombanti (ma perché? dice la vocina, tu ami il silenzio) e raggiungo la polleria, rumorosissima, musica ad alto volume, maxischermo televisivo col riassunto del mondiale che non si può nemmeno ascoltare per tan forte che è la musica, il traffico, il parlare della gente…
I polli peruviani sono grossi e grassi, ¼ di pollo vale come mezzo italiano o messicano e le patate fritte sono una montagna, mi avvento, da bere ordino una chicha morada (buonissima bevanda artigianale di mais viola) che però qui è piena di zucchero e colorata artificialmente; divoro, trangugio, non ce la faccio più ma non posso certo lasciarlo...
Esco barcollante, vado sul lungofiume a fumare una sigaretta e camminare per digerire, ma non ce la faccio manco a camminare, mi siedo sul muretto e mi fa male la schiena, lì ove mi hanno ucciso a tradimento una volta (ma chi tradisce chi?). Voglia di dolce, mi mangio un creme-caramel, costa poco.
La notte è dura, senza incubi ma con continui risvegli sudati, ed alle 4,36 mi devo alzare, prendere il bicarbonato, sapore di pollo di grasso in bocca…
Vabbe’ sono umano, faccio errori, non è il caso di prendersela tanto, di giudicarmi con durezza, una risata è meglio
La meditazione è bella, silenziosa, forse perché non ce la faccio manco a pensare, ma più breve del solito e quando apro gli occhi sono benedetto dal rosso sul fiume, si annuncia una giornata serena, ed io che proprio ieri nella mia poesia scrivevo che qui c’è sempre una cappa di nubi, vabbe’ licenza poetica…
Mi lavo e rilavo i denti prima di farmi il caffè, ‘sto sapore di pollo non se ne va, è dentro!
Offro un caffè ed una sigaretta agli Antenati, che mi portino consiglio, mi siedo tranquillo con loro mentre sorge il sole meraviglioso sul rio delle Amazzoni.
A volte l’esagerare nel “consentirsi” come si dice in spagnolo, indulgere nel darsi piacere… ok regalarsi un gelato o una buona pietanza è amore per te stess@, ma gozzovigliare, darsi troppo, è un’altra maniera di esser duri con se stess*.
Di nuovo c’è quel limite, il limite della gentilezza, dell’ascoltare la vocina del cuore che non si può valicare, e se lo fai paghi, e paghi pure doppio, paghi il pollo e paghi il bicarbonato!
Seguo gli Antenati più in profondità, un altro strato di coscienza, il ricordo della solitudine, dell’angustia del tempo, l’angoscia del futuro ed il rimorso del passato che ci impediscono di stare nel presente, l’unica realtà, sempre dolce e gloriosa.
E riempiamo quel vuoto, con cibo, bevande, droghe, televisione, passioni esagerate ed unilaterali, liti, violenza, sesso senza amore…quando forse il Vuoto è la cosa più vicina a ciò che siamo addavero, visto che scava scava quando ti domandi chi sei o cosa sei, trovi sempre solo il Nulla.
La Chiara Luce del Vuoto, il campo quantico in cui tutto si crea e si distrugge incessantemente, fonte di Vita, potere della Creazione, Amore infinito.
L’intenzione ora è di viverla tranquillo, fare tutto lentamente, cosciente di ogni atto, senza quegli scatti, quei movimenti bruschi che danneggiano il corpo, e fanno paura agli altri! E sì, le altre e gli altri, vengono prima, pensare prima a loro che a me, che tanto io ho tempo, tempo da utilizzare per ascoltare, la percezione crea.