A MESSAGE IN A BOTTLE

Allora non avevo ancora letto l'Inferno di Strindberg, il quale drammaturgo svedese alla fine del secolo scorso visse a Parigi e per ogni dove una situazione incredibilmente simile alle mie disavventure attuali, e riuscì infine a trovare conforto ed addirittura liberazione nella lettura di Swedenborg, dei quali testi io non dispongo. Se allora avessi già letto Strindberg, mi sarei potuto senz'altro render conto che la storia da lui narrarta e che ha suscitato l'incredulità dei critici era intimamente connessa con la mia e trovare se non altro quel tipo di conforto che si prova nel sapere che altri prima di noi siano passati attraverso gli stessi dolori, nell'essenza più che nelle forme, perché, ed è questa la differenza fondamentale, lui viveva una persecuzione, sulle cui cause fa svariate ipotesi, che riguardava esclusivamente se stesso e solo indirettamente i suoi congiunti ed amici, con fenomeni legati da una semplice relazione di causa-effetto alle sue proprie azioni; nel mio caso invece la persecuzione riguarda l'intiera umanità, o almeno quella sua piccola parte che io riuscii ad incontrare personalmente in quei giorni cupi; in effetti ora potrei pensare che il fenomeno potesse esser ristretto alla sola località ove io vivevo, anche se allora esclusi tale possibilità pur dopo averla presa in considerazione tanto erano forti e potenti i fenomeni che osservavo e subivo quotidianamente.
Ma d'altra parte non trascorre un secolo o giù di lì per nulla, e tutto evolve, come l'uomo così anche quelle che Strindberg chiama le Potenze, o meglio in questo caso la loro azione, la loro strategia e le loro tecniche di attacco. Evidentemente la loro secolare esperienza e la complessa realtà contemporanea devono aver mostrato a codeste Intelligenze che un intervento isolato su singole personalità non sarebbe stato più sufficiente come un tempo per i loro oscuri scopi, questa volta dunque si è stati di fronte ad un'azione totale, o almeno alla sua prova generale, a meno che non debba pensare che la mia mente ne sia stata completamente stravolta al punto da non capire di non trovarsi più nel nostro caro vecchio mondo ma chissà in quale piano infernale di esistenza condizionata; ma riducendo lo spazio mentale a disposizione delle mie paranoie più nere, ora ho recuperato parte del mio ottimismo, della mia fede nelle risorse umane  e credo che ci siamo trovati ad affrontare un esperimento limitato nel tempo e fors'anche nello spazio, se mai riuscirò a trovare le prove che il fenomeno ha investito solo la zona nella quale io vivevo (che chiamerò qui semplicemente così per discrezione verso i suoi abitanti) come ora sospetto; ma tutto ciò in ogni caso non è per me assolutamente riduttivo data la portata enorme degli accadimenti cui ho assistito e partecipato che non possono essere assolutamente casuali o fini a se stessi. Ho preso anche in considerazione la possibilità di un' interferenza cosmica accidentale, tipo il passaggio di una cometa o l'arrivo sulla terra di un pacchetto di radiazioni di qualità ed origine nuove ed assolutamente sconosciute, che siano state la causa di quella specie di tifone energetico che ci ha con tanta potenza investiti scombussolando le nostre anime fino alla loro sorgente più intima; ma questa non è una spiegazione sufficiente, chiunque abbia in quei giorni conservato anche una briciola di consapevolezza potrà confermarlo, c'era una volontà in tutto quello che è successo, forse aliena, sconosciuta, o diabolica, o distortamente umana, o extraterrestre, o di un dio che abbia dovuto agire tanto crudelmente stretto da necessità a noi imperscrutabili... ma di sicuro una volontà c'era a guidare quell'esperimento, quella rivoluzione orribile delle nostre esistenze e dei nostri rapporti interpersonali e del nostro difficile equilibrio con la natura; e se una volontà c'era, come c'era, e, come credo, non sia stata sconfitta da noi o da forze a noi amiche e conosciute, ma abbia reputato conclusa la sua prova generale, o ha momentaneamente sospeso il suo intervento per osservarne gli orribili frutti, per valutare i nuovi rapporti di forza venutisi a creare (poiché, anche se volessi illudermi, non è assolutamente possibile che tutto sia tornato come prima) per meglio sferrare l'attacco finale.
    La conclusione di un piano secolare per schiavizzare l'umanità, per privare la razza umana delle sue prerogative storiche e spirituali e renderla...cosa? un parco giochi per i cuccioli di mostro che queste Potenze generano? o una gigantesca miniera a cielo aperto di energia vitale, o di chissà quale altro materiale di cui siamo evidentemente inconsapevoli proprietari o custodi? ma non vale la pena di masturbare le nostre menti a trovare una risposta a ciò di cui non riusciamo ancora a formulare la domanda, e soprattutto non ne abbiamo il tempo, ché la prossima volta sia domani o fra cento anni o fra mille per noi è sempre troppo presto. È sempre troppo poco il tempo per prepararci ad affrontare un nemico ignoto con  fini e mezzi sconosciuti, ma che fino ad ora ci ha colpito dove e come abbia desiderato e sempre vittorioso e sempre nel silenzio.    
Da quanti secoli sono marciti nei sotterranei o morti sul patibolo o imbottiti di botte o di droghe nei manicomi coloro i quali hanno osato lanciare il grido d'allarme, coloro i quali abbiano tentato di avvertire i propri simili dell'enorme pericolo che ci attende, e fra le pochissime persone che hanno potuto ascoltare questi messaggi disperati quanti ci hanno creduto, ed infine fra costoro quanti hanno invece scelto di schierarsi con il più forte ed hanno agito per suo conto in terra al fine di rendere l'uomo schiavo per sempre in cambio della falsa speranza di essere dopo ma anche subito un dominatore e non una bestia da soma?
    Per certo posso dire che io ho visto, e che Strindberg ha visto, e a sua detta Swedenborg aveva visto, e così senza meno anche altri, anche se, chi più chi meno, forse nessuno ha capito veramente di cosa si trattasse, abbia potuto farlo o almeno ne abbia avuto gli strumenti.
    Ma quando l'uomo non ancora sapeva cosa fosse un temporale o un terremoto e quali le loro cause naturali, ma attribuiva questi fenomeni alla terribile collera di dei sconosciuti e talvolta anche tremendamente crudeli e disumani, non lanciava lo stesso l'allarme la vedetta sull'albero maestro quando vedeva avvicinarsi la bufera, e non ordinava forse il capitano di ripiegare le vele? O non costruivano forse le loro misere capanne i pastori delle montagne fuori dai percorsi abituali delle valanghe primaverili anche se le imputavano all'azione di mostri invisibili? E quando la montagna parlava con rombo di tuono ed eruttava il suo vomito infuocato per punire l'uomo dei suoi abusi e delle sue scelleratezze contro Dio e contro i suoi simili, non tentavano forse la fuga le genti seppur ree confesse? Non è sempre stato riconosciuto al condannato il diritto a tentare la fuga? E quindi, oggi come sempre, lancio l'allarme, suono le campane della torre più alta, ed invito alla resistenza ché oggi la fuga è impossibile semplicemente perché non v'è luogo ove si possa sfuggire all'atroce destino che qualcuno ci sta preparando, poiché la padella ove ci si cuocerà sarà la nostra Madre Terra e la brace saranno i raggi del nostro Padre Sole e della Sorella Luna, non c'è via di scampo: vincere o perire! ché essere sconfitti sarebbe qualcosa di peggiore della morte, ché colui o coloro che hanno in conto di dominarci penseranno ad eliminare anche questa suprema via di fuga, ché non è meno assurda delle altre l'ipotesi che costoro provengano proprio da lì, dagli oscuri recessi dell'Ade, di cui potrebbero essere i padroni, o gli ammutinati vittoriosi.



Rodolfo de Matteis - 1994