Lavori In Corso : DIARIO DELL'EROE


(tratto da "TempOrali" n°10 gennaio 1992 edizioni Synergon srl)

. uno .
al centro della stanza - accerchiato - preferì ancora la veglia.
dinanzi il clamore dell'oceano.
a destra il ragno.
a sinistra il muro livido di buio.
e alle spalle colpi di pistola.

. dunque non c'era rimedio.
clima temperato allo zenit della camera. nessun sintomo d'appetito o voglia di fumare.
odor di salsedine lo prese. pezzi d'assi fradice andavano e venivano - quando vinte dalla riva - quando riprese dall'acqua verde lucida pesante.
il mare cominciava a otto mattonelle di distanza e confinava con foschia e orizzonte (l'eterno ripetersi del fronte ondoso col suo rumore leggendario e mai un sintomo di vento).
dal ragno veniva come un vapore sulla geometria vitrea della ragnatela.
capelli lunghi - occhi verdi - stava seduto ad una sedia sull'isola di falsa porcellana dove attorno era crepuscolo e non cambiava mai.
appena dieci giorni prima quella stanza aveva tutte le infinitesime caratteristiche riduttive che la incatenavano al suo destino di stanza. per sempre.

PRIMA /Quart'Ultimo Giorno/
. I .
domenica. luglio. gli veniva da piangere. sole di poco conto fuori e il silenzio sospetto che preallarma la sera. i poeti giacevano chissà dove nella memoria. i vivi si davano per vivi intensificando gesti. baccano.
proveniva un fruscio di pretesti da ogni dove. non si era al sicuro e di sicuro c'era la presenza tattile della stanza piena di testimonianze abitative.
alle diciotto&quaranta pensò che il suo destino presente era confinato a centocinquanta chilometri dal mitico mare. una sigaretta finiva. e ricominciava. con la vita disseminata di colpi di pistola.
la stanza era un reliquiaria d'apparenza. colorata e semifredda. con musica continua.
di fronte uno specchi gli rifletteva la faccia. particolare. bella qualche volta. brutta in generale.
la musica copriva il rumore di fondo della vita : bastavano le notizie del giornale-radio la mattina.
il Giorno della rivoluzione arretrava ad ogni ora : negli occhi degli amici - nella dirompente cerneficina della Giustizia.
Rivoluzione era la vecchia più vecchia del mondo che per trentamila anni aveva percorso tutte le possibili strade e su zattere i mari.

(quando veniva Tristezza - d'estate o nell'ombra umida invernale. quando la stanza era il carcere. la cancrena. e tu a dibatterti. a non voler capitolare nel rendiconto tratteggiato dell'ultima luce. dell'ultima. quando sedevi alla scrivania. attorno colori di frutta e musica triste per sorreggere quel lusso miserabile - quell'umiliante necessità d'evadere, e nessuna uscita tranne quella che dava sulla via. la strada - con la sua vitalità al tramonto - quand'è sera e il mondo va a casa. a consegnarsi - in galera. e ti raggiungeva).

il ragno attraversò in diagonale l'ingegneria della seta. si fermò sul lato più basso con quell'aria paziente caratteristica di una progenie di intelligenti costruttori di destini. di trame.
poteva vedergli il ventre con segni di patimenti - di vecchiaia.
forse la tela celava un codice intraducibile. o bastava sfondarla. Scaraventarvi la sedia. strapparla. farvi un varco squarciando la dimensione perfetta della custodia con la passione imprecisa della fuga.
un gesto e il ragno sarebbe fuggito : bastava vincere la soggezione che incuteva.
la ragnatela - larga una parete per cinque metri dal suolo - poi diventava spettro in fuga verso l'alto dove stava scolorita un'idea di cielo. leggermente vischiosa brillava e ogni filo era un filo malgrado la struttura suggerisse una specie di travaglio matematico o un'intenzione labirintica con quell'incredibile ragno a vegliarla.
/spesso quando il mare era appena un po' mosso la percorreva e ripercorreva come a controllarne lo stato con tutti i suoi occhi : minuscoli pallini di piombo - ma vivi - con dentro un particolare sistema d'allarme/

s'era svegliato un mercoledì di quasi estate proveniente da quattro notti insonni (quel suo vegliare su grandi distese di sonno attorno - in allerta come per dovere di caserma) ma il dormire del mondo l'aveva preso seduto alla sua sedia dove lo trovò il risveglio e un improbabile universo che attendeva.
guardò e si disse - anzi pensò - che di sicuro stava tutto dentro al sogno e spinse nei magazzini del buio la visione chiara che lo circondava. schizzi d'acqua lo colsero sul viso. poi il freddo. poi che non fosse niente vero. ma tirò i piedi dalla melma arroccandosi alla sedia.


PRIMA /Quart'Ultimo Giorno/
. II .
/conduceva una vita povera e disarticolata. per consuetudine di notte vegliava e perché era quella la zona dove combinare l'intrigo tra Sogno e Pratica nel mondo/
scrivere era trasgredire. risalire dal giù del mare. ("il mare. una cose che bisognerà affrontare").
da qualche parte - e sapeva dove - c'erano conflitti in corso e periodiche catastrofi e il borghese - puntualissimo susseguirsi del buio e della luce. delle stagioni. degli amici.
malgrado tutto la stanza lo proteggeva dai lampi - dai pesanti scatti della ripetizione.
la sera lo colse che correggeva la parola "...SOLE".

c'è una luce di marmo - guardandosi alle spalle.
gli spari con tempi improvvisi spezzavano i loro respiri : il suo e quello del mare.
c'era un cubo di luce concreto o blocco di ghiaccio ad ogni visibile lato piallato.
da dentro veniva l'idea vi fosse un qualche brulicare di vita. la presenza lontana e vicina di molti impegnati a sparargli.
pallottole rade affogavano nell'acqua. sbagliando.
mai che sentisse ricaricare le armi. Né voci o rumori. inutilmente aveva cercato di leggere nell'aritmia strabica dei colpi la logica intricata che li guidava.
certe volte il susseguirsi degli spari disegnava la strategia dell'attacco che si concludeva dopo innumerevoli ore. altre era un breve sibilare di proiettili - poi il silenzio - e poteva accadere che per giorni venisse lasciato nell'ansia dell'assalto che arrivava con suono di staffile quando l'attenzione gli cedeva. liberarsi consisteva nel penetrare dentro quella luce perché si vuol capire.
poi gli venne in mente che forse quelli erano ciechi. che tiravano da buio a buio ignorando la posizione del bersaglio. che infine nessuno sapeva quando e quale pallottola gli avrebbe fermato la vita.

PRIMA /Fino al Quart'Ultimo Gionro/ Il Diario
. A .
aprile.
pomeriggio : 
. ci sono quelli che quando cadono si guardano attorno per vedere se qualcuno sen'è accorto - allora fanno finta di raccogliere fiori di campo - sull'asfalto.
martedì :
. novembre. Le sedici&trenta : viene destra e sinistra la sera.
lunedì :
. sono contro le loro Certezze - cioè contro e addosso la loro stessa morte.
(...) :
. non vi si dovrebbe strappare il cuore/ma il tarlo che lo fa feroce.
(...) :
. ci sono sogni vuoti e uomini colmi che li riempiono.
forse maggio :
. altre mosche girano e una nuova generazione di piccoli ragni - vecchi e presumibilmente stanchi - cova grandi sogni dietro la muraglia dei miei libri.
di tanto in tanto - morti - li rimuovo o uccido sapendoli impediti dall'artrite.
febbraio. ultima decade :
. sono a disagio perché il mio essere un Irregolare non ha più via di scampo nella giovinezza - di per se stessa riparo o giustificazione alla Trasgressione.
ma Trasgredire/a questo punto/non è altro che Fluire.
appunto per b.o. ; 
. guardiamo fiumi di quando in quando - ma andar per mare presume il rischio nel Naufragio. un altro mare - quello che avremmo dovuto attraversare - bagna i nostri anni.

c'era un'ombra là sul taglio del cielo e del mare e dunque orizzonte. ombra - ma con dimensioni e spessori che piano avanzava. più lenta del lento.
là in fondo beccheggiava una nave. invero un veliero coi teli gonfiati - arrivò molto tardi. cattedrale di lenzuola e di pali. /nelle stive pirati-con-l'occhio-bendato-gambe-di-legno-e-uncino-di-ferro-tracannavano-rum/
sbatté gli occhi e si costrinse a guardare freddamente l'evento : la piana cresposa dell'acqua era vuota. l'intero veliero dentro al cervello. ma a sinistra il buio pareva gonfiarsi. Bitume o traforo dal quale straripi la notte.
raccoglieva in un solo i colori con arcobaleni minuscoli e tristi che finivano nei vicini confini dell'acqua quando era già nebbia o torpore.
pensò - però di sfuggita - che quello era il buio dove il Colore moriva.
poi venne catturato dal Pensiero del Proprio Stato. l'Esatta coscienza di quanto accadeva : la realtà tattile di quegli spari dentro una stanza in affitto con lui seduto sopra una sedia di paglia. a un passo dall'oceano - fatto segno di battaglia.
(...)