LA RICERCA DELLA VISIONE
Nella notte rischiarata appena dalla vivida luce delle stelle impavidamente chiudo gli occhi, e già non sono più nel mio giardino: l’orizzonte mi si apre davanti splendido nei colori del deserto, linea di fuoco che non permette a cielo e terra di confondersi, alla vanità di allucinarci, ai fantasmi notturni di andare e turbare la quiete dei morenti.
Una donna allatta il suo bambino, fiera nella sua umiltà, seduta al suolo, avvolta in rosse vesti. La silhouette delle palme di yucca si staglia come ombra contro il ciel, a nord i monti baciano le nubi mentre la bruma si leva giù al sud e posso quasi contare le pietre e gli arbusti nati dalla sabbia, eppur non v’è sole in ciel né luna ad illuminar, né fuoco in terra.
Della luce inseguo lo scorrere, meravigliato io da tal mistero, come in su per un fiume risalgo rapide d’oro verso la fonte, e: (non è un gioco, l’acqua col fuoco !) son la sorgente, non v’è altro lume a rendere visibile la scena. Di ciò la forza fugge ogni paura, gli ignobili, i mostri e le ombre a più miti consigli torneranno, ché nelle tenebre portiam la luce !
[mercoledì 28 novembre 2001]