Questa linea effimera donde
Lui, il mare, incontra Lei, la terra,
pur cangiante sempre tanto forte è,
come il bordo di una moneta,
da unire le due facce del mondo
in un amplesso d'odio o amore.
Da sempre sulla lama del
rasoio
scivolo ancora sul bagnasciuga
che divide gli opposti abissi.
Di qua scorre frenetica la vita
in compagnia del sovrano il tempo,
di tanta gente, i suoi motori e
rumori (amori già disperati
sobbalzano ai verdi semafori,
sicuri solo in occhi altrui).
Là solitudine, tempeste, morte;
in quel deserto di sale il tempo
più non regna, ma rallenta, si ferma;
sempre sfugge lontano l'orizzonte
come il miraggio di scogli e boe
(amanti che non si incontrano mai
e unici occhi, sole e luna).
Di qua lo stillicidio di un moto
apparente, eterna e statica
ripetizione di gesti, parole
vuote, infiniti echi e morte.
Lì la turbolenza mai si clona,
schizza la spuma d'onde fluorescenti,
brodo primordiale, fonte di vita.
Sul confine del ballo mascherato,
chiedo balzar per la tangente, porta
dei cieli, ad infinita libertà.
Rodolfo de Matteis * Costa dell’Adriatico * 27
settembre 2001