POESIA IMPERSONALE
Dell’infinito fuoco sono una scintilla
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Io sono Tetzkatlipoca, nel cui specchio d’ossidiana s’intravede il fumo di anime oscure
Io sono il barbaro, il pagliaccio, l’Imbroglione, uno dei dadi truccati che Dio lanciò, io sono la battuta la risata la lacrima nera
Io son parte del sorriso nel tuo sguardo, che mi osserva coi miei stessi occhi
Io sono vita teatro passione contraddizione rottura; fra le morti sono quello che se ne va a occhi aperti
Io sono quello che chiese i tempi supplementari a Nostra Signora, e sta qui a raccontarlo
Io sono l’amore i baci le carezze l’estasi le mani che guariscono, le acque
Io sono Akón, parte dell’infinito Pilastro che sorregge il Cielo
Io sono parte del cazzo infinito che ci si frega, sono un bagnante felice nelle acque senza fine del ventre primordiale che ci generò
Io sono parte della tua famiglia, sono la memoria del gemello che ti divorasti, sono la fortuna del tenerlo dentro, sono la fortuna di questa pelle elettrica
Io sono il vento che molesta i tuoi occhi brillanti, sono il microbo che osservi col tuo microscopio
Io sono un byte dell’infinita informazione, sono un programma pirata che naviga nella rete, virus che può svelare la Matrix
Nel deserto sono impronta e pietra nella montagna
E fra i miei antenati gli alberi io sono una goccia d’incenso nell’infinito fuoco.
Alameda
Central, Città del Messico, 1º aprile 2009