Può essere che una luce così malata come quella di una giallastra luce radioattiva ci porti alla Luce?
Può essere che questo torcersi del mio stomaco che mi spinge a divorare ansietà, che mi fa vomitare orrore e sputare furia mi stia portando a un altro risveglio?
E un altro e un altro risveglio e un'altra e un’altra caduta
Energia che si compra si ruba si prosciuga si saccheggia colla guerra
Un corpo ridotto a macchina a benzina
Un corpo ridotto a tremori nella pelle e nel cuore, a polemiche senza fine, a debolezza mascherata, a roulette russa continua.

 

E la benedizione della porta degli dei

che torna ad aprirsi:

->da un lato l’Apocalisse il disastro il dolore

Le vedo dappertutto
crepe correndo lungo muri
dagli angoli smozzicati

finestre, occhi morti, dai vetri rotti
teli di plastica che gridano
sbattuti incessantemente dal vento

volti tutte rughe terrorizzati ustionati
piedi che camminano, scarpe rotte
conducendo pezzi di famiglie senza meta

->dall’altro lato un vento colibrì accarezzandomi l’anima

che cammina sudando un sudore che non brucia che non puzza fra pietre e arena fra steppe ed autostrade
piedi che volano fra aeroporti chiusi e verdi frutteti
invisibile inaudibile
piedi con ali che con tempo e amore scivolano sino alle spalle
il risveglio del guerriero della pace del calmo fluire.

Aggrappato forte ora alla fragilità del mio animo
come ad un filo d'erba sbattuto dal vento
in una collezione di fragili traboccanti attimi
fili d'erba intrecciati a formare il tetto d'un rifugio
tanto forte da resistere alle piogge acide e radioattive.