Alianti di luce corrono nel cielo
Veloci aerei angelo annunciando in silenzio la nuova era luminosa transdimensionale
Esploratori di mezza età che escono fuori dal terzo occhio sul pianoro della fronte
E con corde d'oro scalano la montagna del naso
Per guardar dall'alto il corpo intero dell'Universo
Universo uno giacente nell'Oceano di latte
La dea madre imperatrice cullando il piccolo re infinito
Che respira luce lattea dorata ed esala mondi
Mondi innumerevoli di tutti i colori visibili e invisibili, di roccia e d'acqua
Stelle di fuoco a dar loro vita, l'amore che si realizza creando.
I piccoli esploratori già ringiovaniti di fronte a tanta gloria
Intentano la discesa avventurosa fra le enormi caverne delle narici mie
Vento che soffia potente!
La discesa intraprendono gli esploratori impavidi
Al fine di raggiungere la misteriosa colonna di luce
Che videro lontanissima quando dalla cima del Monte Naso
Allungarono lo sguardo su tutto il corpo mondo
E laggiù laggiù verso il suo centro sgorga quel raggio verso l'infinito
Ed ivi diretti ballano gli esploratori appesi alle loro corde d'oro
Per finalmente aggrapparsi ai baffi non prima di aver rischiato il risucchio
L'attrazione fatale, il ritorno al non essere che poi scoprirono non esistere proprio
Così il loro viaggio continua nella foresta dei baffi miei
Ove corrono gorilla monocoli e centauri urlanti
A caccia di dragoni ancora una volta
Tutti vittime e carnefici riuniti intorno alla pietra
Il minotauro e Garuda e Anubis ed altre chimere e semidei
Le trattative di pace nel bosco.
Il profumo dei fiori, orchidee inebrianti
Elefanti ubriachi ancora distruggendo villaggi pigmei
Vespe ubriache portate via da formiche voraci fra risate degli uomini gatto
Fra i rifiuti ammucchiati paranoie di vite passate, debiti karmici
Che si sciolgono al passare in volo dell'Angelo
E la Pace è siglata.
Possono uscire così gli anziani esploratori antichi oramai
Dalla foresta dei baffi dall'ombra a riveder la luce
Raccolgono le loro cose impugnano i bastoni e partono
A girare intorno all'antro, l'enorme abisso della bocca da cui pericolosissime
Le bolle di vento come tornados rischiano di catturarli
E si legano l'un l'altro i nostri vetusti ma forti esploratori
Colle loro corde d'oro per non volar via o addirittura esser risucchiati
Dagli alterni cicloni causati dalla respirazione mia.
Forse un libro intero non basterebbe a narrare le loro avventure
Durante le settimane i mesi spesi nel periplo dell'abisso.
Fatto sta che un dì i vecchi camminanti potettero
Finalmente incamminarsi nella selva oscura della barba del mondo.
Il popolo dei cavalli alati, bianchi e maestuosi, venne in loro soccorso
Quando nell'ombra fitta dei peli enormi alti come sequoie
Furono attaccati dai terribili robot-vampiri che quadrupedi
Son sempre a caccia di umani liberi, ovvero
Non marchiati dalla bestia immonda col suo vaccino immorale.
Se ti acchiappano i robot ti sottopongono a inenarrabili torture
Al fine di succhiarti poi il sangue ricco di paura
Elisir di lunga vita per quegli aberranti mostri dei loro orridi padroni.
Non ne hanno certo bisogno i nostri eroi
Ché una volta tratti in salvo dai magnifici ippogrifo
Su nell'alto del cielo di fronte a tanta eccelsa visione di spazi aperti
Ringiovaniscono di botto ancora una volta e ridono
E ridono ancora e le loro risa son tutt'uno coi nitriti cristallini
Dei loro leggiadri salvatori che profumano d'immenso.
E così veloci sulle ali luminose
Discendono dell'incommensurabile altezza del mento mio
A esser deposti sul Monte Adamo
E lì sul pomo tennero una festa
Un'intera luna di celebrazioni, banchetti, canti, danze e riti sacri
Gli uomini e gli ippogrifo insieme a scambiare gioie e conoscenze
Riportate poi nei secoli futuri sulle pagine virtuali
Dell'Enciclopedia mistica di Adamo
Che guiderà generazioni intere
Ai segreti del volo astratto.
Salutano i bei cavalli bianchi dall'ali dorate un giorno propizio
Raccolgono le loro cose impugnano i bastoni e partono
I giovanetti intrepidi esploratori e vanno in giù
Avvertiti erano stati fortunatamente dai saggi ippogrifo
Dei pericoli della base del collo affollatissima base spaziale
E sanno di chi chiedere e dove andare in quel marasma di razze aliene
Ma al posto della giovane fata trovano i suoi amici in lacrime
Nel retro della "Taverna alla fine dell'universo" l'aria è triste e disperata
<<Trilly è stata rapita dai granchi-ragno metallici antareani!
Vanno a ruba le fate terrestri lassù nello spazio
Noi piccoli nani castoriani siam venuti fin qui per seguirla ed adorarla
Ma quegli orribili crostacei di pesante metallo grigio e radioattivo
La vogliono portar via nello spazio esterno se non l'han già fatto
Mammamia!!! a subire chissà quali nefandezze
O ad alimentare il loro perverso mercimonio>>.
Ne va della magia sul nostro vecchio mondo!
Pensano gli imberbi esploratori
I granchi-ragno son famosi per irretire i mondi negli schemi
Paranoici e falsamente razionali del pensiero unico
E dai loro templi elettronici con gran torri dalle antenne pulsanti basse frequenze
Irradiano a tempo pieno tutt'intorno l'energia del dubbio
Paralizzando interi pianeti alla schiavitù psichica
Per poi buttarne nella spazzatura della storia il guscio vuoto
E iniziano sempre così eliminando gli esseri magici prima ed il loro ricordo poi.
Ed in più Trilly è amica dei nostri amici ippogrifo!!!
E tanto basta ai nostri eroi per gridare all'armi
E coll'aiuto dei nani castoriani cercare informazioni ed alleati.
Il nido dei granchi-ragno è circondato da alte mura
Sulle quali oscure stan piazzate le sentinelle loro
Un conto è dirlo un conto trovarseli davanti
I granchi-ragno corazzati di due metri senza contar le chele
Per fortuna gli esploratori non son soli
Mentre il popolo delle fate luccicanti in volo abbagliano le sentinelle
I nostri lanciano le corde d'oro a scalare i muraglioni
Per dar passo ai lupi argentati di una costellazione lontana
Che già di suo hanno un conto aperto cogli antareani
Su cui si scagliano facendo strage.
Ma ecco che arrivano i pisci-rettiliani i distruttori mercenari
Pagati in femmine umane dai granchi-ragno
E la battaglia infuria fra i vortici di energia
Che lanciano giù le astronavi della flotta extraterrestre alleata degli umani
E gli artigli le chele le fauci i bastoni e l'occhi paonazzi
Dragoni sputando fuoco ce ne sono d'ambo i lati
Mentre i fantasmi dei popoli matricidi che hanno distrutto i loro pianeti
Cercano corpi esausti da possedere per godere ancora della vita loro proibita.
Si prolunga ancora la tenzone tra frecce e dardi infuocati
Vibrazioni e dissenso sono dei nostri le ultime armi
Già colle spalle al muro pronti a vender cara la pelle
Meglio morir combattendo che vivere da schiavi, cantano gli eroi.
Ed ecco che dal cielo scende una stella d'oro
E fieri gli uomini-leone della Lira scendono e con loro l'oro illumina tutto
E le armi tacciono, e tutto pure, e Trilly è libera
E con lei il mondo intero.
Dovettero passare molte notti abbracciati ai lupi
Gli esploratori per calmare il cuore e recuperare le forze e tutti gli anni di vita
Persi in quelle ore di guerra furiosa.
Caldo il pelo d'argento dei lupi spaziali
Parla loro d'amore d'amicizia e di gioia
La gioia dell'esser parte d'un branco, l'essere Uno.
E gli esploratori assorbono queste verità
Attraverso le braccia strette al pelo caldo
Ed allora son più calmi, eroi lo erano sempre stati
Ma affannati dall'urgenza della lotta, e del risultato preoccupati
Mentre ora ridono sereni e partecipano alla gioia ed i grandi festeggiamenti
Indetti da tutti i popoli che frequentano la base spaziale del collo mio
Là fra le clavicole, e anche da parte dei popoli lontani
Già ché una volta abbattuta l'oscura torre antennuta del nido infame
Le libere trasmissioni sono riprese e tutti gioiscono
Nel risentirsi parte di una fratellanza bella e poc'anzi dimenticata
E caduta la censura si comunica di nuovo fra gli spazi enormi
E le dimensioni solo apparentemente così lontane.
Ma i nostri debbono partire ancora
E salutata Trilly i nani i lupi e tutti i popoli fratelli
Raccolgono le loro cose impugnano i bastoni e vanno.
Mezza vita o più richiede loro il viaggio dal collo al cuore
Partirono giovanissimi ed arrivano uomini maturi
Accolti da cori angelici e dee danzanti
Mentre antichi maestri fra poco loro pari
Li accompagnano sin lì alla base della colonna bianca e d'oro
Che di luce sale su dal cuore del mondo
Sino a sparire fra gli infiniti cieli.
Gli esploratori si prendono per mano e si abbracciano
I saluti le benedizioni e gli sguardi
E poi tutti insieme eppure ognuno solo
Entrano nella Luce.
Nella palafitta, la casa di Akón @ Cité de la Source, Gabon, Africa li 10, 11 e 12 maggio 2020