Facendo un conto statistico approssimativo
devo essermi fatto almeno un 23mila pere
soprattutto di eroina, ma anche di morfina,
cocaina, amfetamine e medicinali vari
e persino mescalina, poca.
Oppure chissà furono molte di più.
Tutti gli altri giorni di quei 21 anni
ho mangiato enormi quantità d’oppio
stomaco asfaltato, budella strizzate,
ed ettolitri di metadone, in quantità industriale
anima robotizzata, cuore freddo,
e pastiglie d’ogni risma, ed ecstasy
e persino acidi, tanti.
Giorni interminabili
quando, la sorte assistendomi sempre
all’apparente accelerazione del tempo
data dal consolante coma oppiaceo
contrapponevo il rallentamento intollerabile
del fumarmi milioni di canne, chillum e narghilè.
Emozioni celate rimandate sepolte
riemergenti a marciare zombizzate
nei sogni nella violenza nell’ansia
nella fretta che divora il tempo fermo
sbocconcellando un mondo spietato.
Al solo ascoltarla, in sogno
questa parola: eroina
mi fa svegliare di soprassalto
cuore in gola stomaco annodato
e corro a mangiar cioccolata biscotti
zucchero, in quantità industriale
zucchero bianco brown sugar
dolcezza sgocciolante mostruosa consolatrice
…
e se le api continuassero a suicidarsi?
Messico, li 14 novembre 2013 Rodolfo de Matteis