11 settembre 2007:
FUOCO SULLE TORRI D’AVORIO GEMELLE
 
 
Non piango forse te che non ci sei, o sì, senz’altro
 
Piango per quanto mi mancano la tua follia fuori controllo, la tua simpatia, i tuoi occhi di falco, la tua spada che mi taglia nella carne, la tua lucidissima paranoia, la tua risata cristallina, la piega amara della tua bocca che mi bacia così bene
 
Piango per me che elemosino quei baci e non posso più vedermi così a 50’anni, se mai ho potuto, piango me che devo fuggire da un nuovo sogno, piango me che cerco e non cerco, che voglio e non amo, che amo e non voglio
 
Non piango per te Anita, o per Alessandra, o Elena che non ho nemmeno toccato, piango per la mia assuefazione a piangervi, per tutte le lacrime che non ho versato quando dovevo, quand’ero duro come dici d’esser tu, e che ora mi affogano
 
Piango per l’ineffabile incomprensibilità di voi donne che comincio a conoscere ed ammiro e rispetto al di là del bene o del male che mi fate, dee bendate e vanitose, possessive veggenti, stronze matricolate, dispensatrici di amore e vita, perfidia ed astinenza, e  mi arrendo a voi maestre mie, musetto di Musa che altro non sei
 
Magari spero solo di farti piangere di gelosia nel cantarti questa canzone per te che parla dell’altre, così come tu fai con me, quando volevo solo ridere, ridere di noi fra le tue braccia, ridere del mondo del cielo e dell’inferno, ridere di questo mare che è così solo senza di te che non ci sei mai stata,  e ridere, e ridere ancora e ancora perché quando rido forse non piango.
 
 
Namastè - Pescara Italia - 30 12 2008